Io amo l’arte, l’arte in tutte le sue forme mi affascina e rende la vita più bella. Quest’estate, nel mio giro nel Centro Italia, mi sono fermata in Umbria, più precisamente a Foligno. Lì ho avuto l’opportunità di ammirare una grande mostra antologica su un grande artista contemporaneo: Ivan Theimer con la sua Il sentimento del tempo. Dal 28 marzo al 26 di luglio Foligno ha avuto l’opportunità di esporre parecchie opere dell’artista al CIAC, il Centro Italiano di Arte Contemporanea, sito in Via del Campanile. Scoprire Theimer è stata una grande emozione, che ora vorrei raccontarvi.
L’artista Ivan Theimer
Ivan Theimer è moravo, di una regione della Repubblica Ceca famosa per aver dato i natali a Sigmund Freud. Nasce ad Olomouc nel 1944 e nell’allora Cecoslovacchia fa i primi studi all’Accademia di Belle Arti. Nel 1965 realizza la sua prima collettiva nella sua città natale. Nel 1967, a Coventry, in Inghilterra, la sua prima personale. Nel 1968, con l’occupazione sovietica del paese, Ivan scappa a Parigi dove perfeziona i suoi studi d’arte all’Accademia di Belle Arti di Parigi. Nel 1973 espone alla Biennale di Parigi e negli anni 1978 e 1982 rappresenta la Francia, nel padiglione del paese, alla Biennale di Venezia. Ancora nel 1995 sarà presente a Palazzo Grassi per la Biennale.
Nel corso degli anni alcuni paesi europei come l’Italia, la Francia, Svizzera e Germania realizzano mostre sulla sua arte. Nel 1996, al Belvedere del Castello di Praga, nella sua Repubblica Ceca, la prima grande antologica.
Lo stile dell’artista è manieristico, non ha nulla di moderno, oscilla tra il manierismo toscano, appunto, al simbolismo classico per eccellenza dell’arte greco-romana fino ad arrivare all’Egitto. L’artista, con la sua arte, ha realizzato opere monumentali in parecchie città europee. Tra Parigi, Amburgo, Follonica e Grosseto, la sua città natale Olomouc, a Firenze e a Bordeaux dove un suo monumento dedicato al vino di ben 40 metri è stabilmente esposto nel centro città.
A Parigi, soprattutto, città dove è amatissimo, ha realizzato tre obelischi di bronzo per la facciata sul giardino del Palazzo dell’Eliseo, un grande rilievo in bronzo per la facciata degli Archivi Nazionali e un monumento commemorativo per la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino per il Bicentenario della Rivoluzione Francese a Campo di Marte.
Foligno e Theimer
Nel suo girovagare Theimer con la sua arte così fuori dagli schemi dell’arte moderna ha avuto modo di essere straordinariamente apprezzato e Foligno, grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, per l’appunto, ha avuto l’opportunità di commissionare due grandi monumenti, già belli e metabolizzati in quello che è il fermento culturale di questa cittadina sempre molto attenta all’arte in generale. Il primo è monumento in ricordo del dolore umano che altro non è che una grandissima fontana in pietra a forma di clessidra come segno del tempo che passa, come l’umanità tutta, sovrastata da due figure angeliche in bronzo con strumenti musicali e circondata da grandi tartarughe sulla cui corazza sono impressi le insegne araldiche della storia di Foligno.
La seconda opera è il monumento a Giuseppe Piermarini, architetto italiano nato a Foligno nel 1734, figura storica della città. Piermarini, allievo di Vanvitelli, collaborò nella realizzazione della monumentale Reggia di Caserta e realizzò il Palazzo Reale a Monza e, ultima ma solo in ordine di importanza, la progettazione del Teatro alla Scala, suo capolavoro assoluto. Theimer lo immagina come un ercole che sostiene un gigantesco obelisco in bronzo su cui in alto è scolpita la musa del teatro. Alla base dell’obelisco una serie di rilievi riproducenti i disegni di Piermarini e i progetti architettonici del Teatro alla Scala di Milano, per l’appunto.
Durante il periodo della mostra questo straordinario complesso di monumenti è stato temporaneamente inserito all’interno del Centro Italiano di Arte Contemporanea, per completare ancora di più la mostra antologica dedicata all’artista.
La mostra di Ivan Theimer al Ciac
La mostra, a cura di Italo Tommasoni, ovviamente con catalogo annesso di opere con interventi di grossi critici d’arte, come lo stesso Tommasoni, il francese Jean Clair e Bruno Corà, è una vera e propria antologia dell’arte di Theimer.
Comprendeva, infatti, 6 stele in bronzo di grandi dimensioni e 15 obelischi parecchio grandi in bronzo realizzati dall’artista dagli anni Settanta fino all’anno in corso. Theimer è, difatti, ancora oggi, parecchio attivo e scolpisce ogni giorno.
Bellissima l’esposizione del basamento del monumento ai diritti dell’uomo collocato a Parigi in Campo di Marte e 35 sculture e bozzetti sempre in bronzo più piccoli e poi anche una grande testa di medusa contenuta in uno scudo rotondo di terracotta del diametro di 130 cm.
Nella mostra anche grandi dipinti ad olio perché Theimer ha anche una grossa produzione pittorica che va dal 1974 al 2014 e acquerelli più piccoli, degli schizzi su dei taccuini realizzati dall’artista nel corso dei suoi lunghi viaggi in Cina, India, Bhutan, Giordania,Uzbekistan, Nepal e Mongolia.
Ivan Theimer vive a Parigi ma è spesso in Italia, in Toscana, a Pietrasanta dove collabora con artisti locali e ha un rapporto speciale con la Fonderia d’arte Massimo del Chiaro per il suo bronzo. Cittadino del mondo come pochi dichiara: «Quando si lascia un paese si è colpiti dalla forza delle proprie radici. Oggi le mie radici sono culturali, nate da direttrici che vanno dal Bernini alla scuola neoclassica francese, dal Rinascimento all’architettura barocca. Sono nato alle frontiere dell’Impero romano, dell’Italia e della Moravia e sono interessato più alle frontiere che ai territori. Le frontiere sono zone di contatto dove le correnti si intrecciano e si sovrappongono, qui fiorisce sempre una sintesi felice e feconda.»
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